Sistemare i vestiti, riordinare i giochi, allacciarsi le scarpe e preparare lo zainetto … sono solo alcune delle tante azioni che aiutano ed accompagnano i nostri bambini verso l’autonomia nelle piccole faccende domestiche e nel prendersi cura di sé. Il messaggio che si deve dare sin da piccoli deve essere chiaro: mi fido di te, puoi farcela, sfida il mondo diventando grande!

Ma non sempre i più piccoli hanno voglia di farlo, spesso esprimendo questo stato d’animo anche con i capricci.

In queste situazioni ciò che bisognerebbe evitare è imporre l’autonomia come una regola o un dovere. La cosa migliore, invece, sarebbe quella di ricorrere al gioco:  introdurre gradualmente, come una novità, piccoli giochi tra genitori e figli o tra fratelli. Il motivo che sta alla base di questo metodo è che per i bambini diventare autonomi non deve essere vissuto come un momento angosciante, bensì possono ottenere grandi risultati prendendosi alla leggera. Si tratta del metodo chiamato “Gio – Coaching”, metodo tramite il quale si lavora attraverso una serie di giochi, un esempio:

  • Il tesoro nello zaino: l’obiettivo è quello di aiutare i bambini ad imparare a preparasi lo zainetto da soli. Ad ogni elemento che viene inserito nello zaino corrisponde un gettone guadagnato ed alla fine della settimana, se si raggiungono un buon numero di gettoni, si guadagna una piccola ricompensa.

Ogni azione è utile e preparatoria per altre competenze future: abituarlo a mangiare da solo portando con le manine o con le posate il cibo alla bocca, insegnargli a bere dal bicchiere e farci aiutare nella preparazione di dolci sono tutte attività propedeutiche allo sviluppo di una corretta manualità; fargli apparecchiare la tavola mettendo un piatto per mamma, uno per papà ed uno per se stesso lo aiuterà nello sviluppo della capacità di contare; riporre le posate ciascuna nel proprio scomparto del cassetto stimolerà la capacità di classificazione; saltare la corda o far palleggiare la palla contro un muro alleneranno l’intelligenza musicale … e così via.

Molto importante, mentre il bambino compie i suoi passi verso l’autonomia, è la “telecronaca” … infatti, non basta parlare molto al bambino (comunque indispensabile!) ma ancora più utile è un genitore che commenta e descrive a parole quello che il bambino sta facendo, in questo modo si ha l’opportunità di legare i pensieri ancora astratti del bambino alle parole e alle frasi per sviluppare l’intelligenza linguistica.
Quindi per insegnare l’autonomia basta mostrare un esempio e correggerli se sbagliano o serve una preparazione diversa?
Tra i riferimenti pedagogici che hanno fatto dell’insegnamento dell’autonomia uno dei propri capisaldi c’è sicuramente Maria Montessori. Pensare di poter insegnare l’autonomia ai bambini correggendoli dove sbagliano rischia di creare uno stato emotivo di insicurezza se prima non sono stati istruiti su come fare quindi … Attenzione alle istruzioni !!!

La cosa fondamentale è che le indicazioni devono essere date ai più piccoli riuscendo a ragionare dal punto di vista di un bambino, con le difficoltà dell’essere più piccoli di noi, avere meno forza e avere meno esperienza.   È necessario che l’adulto guidi il bambino, senza fargli sentire troppo la sua presenza, così che possa sempre essere pronto a fornire l’aiuto desiderato, ma senza mai essere l’ostacolo tra il bambino e la sua esperienza!